Misure Attive – La storia segreta della Disinformazione

Le misure attive sono pensate come esche, progettate per esagerare, studiate per abbandonarsi ai pregiudizi e ai preconcetti, e per erodere la capacità di una società aperta di dibattere in modo lucido e basandosi sui fatti

Thomas Rid – Misure Attive

Proprio qualche giorno fa l’OMS ha posto fine ufficialmente alla pandemia di Covid-19. In termini medico-scientifici una pagina che si occupa di cyber-sicurezza ha, come ovvio, ben poco da aggiungere, ma ciò non toglie che l’emergenza pandemica abbia evidenziato come le nostre istituzioni democratiche possano rivelarsi fragili se colpite da una tempesta di fake news che erode il consenso democratico e la capacità di dialogo politico lasciando le persone a sbranarsi come cani feroci sui social e talvolta per strada.

Misure Attive – La storia segreta della disinformazione ci racconta di come, a partire dagli anni ’20 del secolo scorso, la disinformazione sia diventata un’arma ben oliata che ha contraddistinto lo scontro tra le democrazie occidentali e il blocco sovietico con quest’ultimo molto più attivo ed efficace essendo libero da vincoli democratici.

Una storia affascinante ed inquietante che getta una luce sinistra su tutte le notizie che leggiamo, anche le più autorevoli; una storia che incrocia le vicende pubbliche di figure divisive come Julian Assange e Vladimir Putin.

Del resto come rivela Rid la disinformazione non tende a creare una storia totalmente falsa, ma a ritoccare le notizie aggiungendo o togliendo particolari, dando risalto o togliendone a determinati aspetti perché colpiscano il lettore nelle sue emozioni. La disinformazione manipola, non crea l’attivismo e quindi viene inconsapevolmente diffusa e sostenuta da chi fa anche battaglie sociali come fu negli anni ’80 il movimento contro la proliferazione nucleare.

9 maggio 1978, viene ritrovato il corpo di Aldo Moro all’interno di una vettura in Via Michelangelo Caetani a Roma

La disinformazione ha toccato e può toccare tutte le notizie che ci passano sotto gli occhi ogni giorno come fu nel caso del sequestro di Aldo Moro. Subito dopo il rapimento nacquero delle teorie del complotto che incolpavano gli Stati Uniti e vennero sostenute dal ritrovamento di un manuale operativo della CIA (FM 30-31B) che inquadrava il rapimento all’interno di una strategia per sovvertire l’ordine democratico. Tutto parti da un articolo del giornale spagnolo El Triunfo ripreso dal quotidiano milanese L’Europeo. Ovviamente si trattava di un falso, il documento si spacciava per essere l’allegato segreto di un documento realmente esistente il FM 30-31 che trattava gli aspetti di Intelligence legati alle insurrezioni ed è proprio il fatto di esser spacciato come l’allegato ad un documento reale che dava forza alla disinformazione e ci cascarono in tanti.

Questa breve storia ci dovrebbe far riflettere, ma il libro di Thomas Rid ci offre molti altri esempi che ci suggeriscono di prendere sempre con le pinze le notizie che leggiamo o che pubblichiamo siano esse sugli effetti del vaccino contro il Covid o sulle conquiste militari in Ucraina.

Articolo creato 84

Articoli correlati

Inizia a scrivere il termine ricerca qua sopra e premi invio per iniziare la ricerca. Premi ESC per annullare.

Torna in alto