I criminali informatici rimangono una delle maggiori minacce per persone, aziende e governi; minaccia che cresce di pari passo con il mercato dei dispositivi digitali e degli IoT, Internet of Thing.
Sempre più connessi significa offrire una superficie d’attacco maggiore, un maggior numero di apparati vulnerabili che permettono nuovi sofisticati attacchi.
Secondo il report IBM 2022 l’uso di credenziali rubate o compromesse risulta essere ancora il vettore principale che ha portato alla violazione di sistemi informatici, ma a destare giustificate preoccupazioni è l’affermarsi prepotente del mercato di cyber strumenti acquistabili a pochi dollari tramite dark-net e piattaforme quali Telegram e pagabili in forma anonima grazie alle cripto-valute. Un kit per attacchi di phishing può essere acquistato a soli 6 dollari, una infrastruttura per un attacco DDoS a 500 dollari (Microsoft Digital Defense Report 2022), persino per i Ransomware esiste la possibilità affittare l’infrastruttura necessaria per l’attacco e ovviamente non manca il mercato del malware.
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Se assumere un hacker era una operazione appannaggio di grandissime aziende o stati, oggi la crescita del mercato nero dell’hacking rende possibile per singoli individui con un budget limitato e senza conoscenze specifiche lanciare attacchi dagli esiti potenzialmente devastanti. Immaginate una piccola azienda che voglia mettere in difficoltà la concorrenza o rubarne il portafoglio clienti, qualche anno fa avrebbe dovuto investire cifre considerevoli senza garanzia di successo, oggi tutto è acquistabile à la carte.
Se sino a qualche tempo fa per lanciare un attacco occorreva disporre di conoscenze che potevano essere conquistate solo con studio e pratica, limitando a pochi “eletti” il novero di chi era in grado di compromettere un sistema, oggi questo non è vero, quelle conoscenze non sono più necessarie, ma sono una merce qualunque da acquistare tra gli scaffali di un supermercato online.
