E’ raro poter leggere qualcosa di relativo alla cyber-sicurezza in italiano; gran parte dei volumi che si possono trovare in libreria sono traduzioni dall’inglese oppure direttamente scritti in inglese. Per questo motivo guardo sempre con simpatia a quelle rare edizioni di autori italiani e a pochi giorni dalla loro uscita già li aggiungo alla mia libreria.
“Cyber e Potere” di Pierguido Iezzi con prefazione di Raoul Chiesa non ha fatto eccezione; giusto il tempo di ordinarlo ed eccolo sotto i miei occhi.

L’entusiasmo, purtroppo, è durato poco. Il libro è scarno nel contenuto (140 pagine scritte con un carattere talmente grande da essere letto senza occhiali anche da chi è affetto da ipermetropia) e povero di contenuti.
L’opera è una carrellata di notizie, una lista di attacchi incasellata senza una reale logica, senza mai un momento dedicato all’approfondimento alla spiegazione, alla divulgazione. Sembra quasi che l’autore abbia come unico scopo quello di impressionare il lettore facendo sfoggio della propria cultura.
Il risultato è una lettura noiosa, poco stimolante che se da un lato trasmette l’idea di vicende sempre più presenti nel nostro quotidiano, dall’altro ne ingigantisce la reale portata. C’è una intera sezione del libro dedicata alle dark-net nelle quali si possono assumere assassini. Che il fenomeno sia presente è indiscutibile, ma lo scenario dipinto da Iezzi è quello di una pletora di assassini assunti tramite Internet che girano per le nostre città ammazzando gente. Un tantino esagerato.
Le note bibliografiche si contano sulle dita delle mani e sono per lo più rimandi ad articoli di giornali, per quanto si possa stimare Milena Gabanelli da un esperto di Cyber-Sicurezza ci si aspetterebbe la citazione di fonti diverse da quelle che ogni pensionato può trovare sul giornale la mattina quando al bar prende il caffè.

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Se non bastasse questo risulta difficile credere che un esperto di Cyber-Sicurezza non sia in grado di distinguere il deep web, dal dark web scrivendo che quest’ultimo rappresenta il 90% del web oppure che attribuisca al general Gerasimov la teorizzazione della guerra Ibrida, per l’appunto la “Dottrina Gerasimov“, nonostante lo stesso ideatore di quella definizione abbia ampiamente spiegato che essa era sbagliata in un articolo disponibile a questo link.
In conclusione se siete alla ricerca di un elenco di attacchi informatici il libro potrebbe interessarvi, se al contrario cercate un approfondimento delle tematiche di Cyber-Sicurezza passate oltre.