Nel lontano 1983 gli spettatori di tutto il mondo ebbero il loro primo incontro con un hacker che aveva la faccia pulita di un adolescente, Matthew Broderick. Benché la figura dell’hacker nasca a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80 negli ambiti di ricerca universitaria e militare, il protagonista di War Games non era molto diverso da come un hacker era realmente.
Nei decenni, con la tecnologia che ha invaso prima uffici, aziende, case e infine la nostra vita anche la figura dell’hacker è mutata, ma lo stereotipo con sfumature più negative resiste.
Il Libro di Raoul Chiesa, uno dei primi hacker italiani e del criminologo Silvio Ciappi cerca di illuminare grazie a tecniche di profilazione criminale i tanti volti che può assumere un hacker andando oltre gli stereotipi.
Dall’adolescente curioso e smanioso di conoscere e capire come funzionano le cose, all’attivista che attraverso l’hacking cerca di portare avanti una battaglia sociale, per finire con chi commette crimini con il solo intento di ottenere un guadagno.
Pur tradendo col suo stile piatto e asettico la natura di studio scientifico trasformato in libro, Profilo Hacker rimane una lettura interessante per capire il mondo dell’hacking; permette di familiarizzare con la terminologia utilizzata nel settore della Cyber Security e abbattere gli stereotipi che si sono radicati in noi.
Purtroppo Profilo Hacker presentandosi come sintesi di uno studio trae conclusioni in base alla somma delle profilazioni fatte. Il risultato è un ritratto impreciso e incompleto che concentrato sull’occidente ignora la parte di mondo sotto influenza sino-russa e le evoluzioni che da li’ ne stavano scaturendo già all’epoca della sua pubblicazione.
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