Il mondo del Web tra Deep Web e Dark Web

Sempre più spesso leggiamo di Deep o Dark web come fosse un unico mondo oscuro, minaccioso nel quale spadroneggiano pedofili, spacciatori, assassini e quanto di peggio un autore di thriller possa immaginare. Purtroppo l’inevitabile sintesi giornalistica tende a cancellare le sfumature tra due realtà molto diverse lasciando al lettore un concetto persistente, ma impreciso.

Per capire la differenza tra Deep e Dark Web bisogna prima definire bene il concetto di “rete” (NET). La concezione di una rete informatica comincia il 7 febbraio del 1958 quando negli Stati Uniti viene fondata l’Advanced Research Projects Agency (ARPA), un’organizzazione statale che riuniva esercito, università e aziende con l’obbiettivo di fare ricerca tecnologica. Da questa collaborazione nascerà ARPANET, il primo collegamento tra computer remoti, nasceranno le prime reti informatiche e grazie all’impulso di quella esperienza, ad inizio anni ‘90, presso il CERN di Ginevra nascerà il World Wide Web (www) che oggi tutti usiamo.

Il Web è una rete senza progetto.
Photo by Shannon Potter on Unsplash

Dalla rete (NET) costruita secondo un progetto preciso che collegava un numero limitato di calcolatori, attentamente sezionati per riuscire a dialogare tra di loro, si passa alla “ragnatela” (web), un intreccio spontaneo, caotico creato da apparati di natura diversa che chiedono e offrono servizi senza comporre uno schema predefinito.

Il Web comprende tutto: il server che ospita le nostre email, il server che ci permette di guardare Netflix e navigare sui nostri siti preferiti e non solo; quando ci connettiamo ad internet il nostro Personal Computer, il nostro smartphone, il nostro smartwatch, le lampadine intelligenti e gli elettrodomestici smart diventano parte del WEB.

A fare parte del web, pero’, non sono solo gli apparati fisici, ma anche il loro contenuto immateriale. Se visitiamo un sito web, stiamo chiedendo ad un server di mostrarci i file che contiene e per farlo digitiamo un percorso, ad esempio https://www.passounosecurity.ch/blog/cia-triad, che ci permette di raggiungere esattamente il contenuto che vogliamo visualizzare. Quando non conosciamo il percorso ci affidiamo ai motori di ricerca come Google o Bing che catalogano tutti i percorsi pubblici rendendo possibile consultarli semplicemente digitando qualche parola chiave(Surface Web).

Il Web è come una Biblioteca.
Photo by CHUTTERSNAP on Unsplash

Ma non tutto è indicizzato.

Le nostre mail, i nostri messaggi di Whatsapp, i documenti che conserviamo online o le aree riservate dei siti sono nel web, ma non possono essere trovate coi motori di ricerca, questo è il Deep Web.

Per capire meglio il concetto immaginate che il web sia una biblioteca, volete sapere dove si trova un libro avete tre possibilità:

  • vi “sentite fortunati” e vi aggirate tra le librerie sperando nel caso;
  • consultate lo schedario dei libri (motore di ricerca);
  • andate a colpo sicuro sapendo dove si trova il vostro libro.

Allo stesso modo se proviamo a cercare una nostra mail con Google, non ci porterà a nulla perché quel percorso non è catalogato nello schedario , è salvato nel nostro programma di posta e solo lui sa come accedervi.

Il Deep Web è esattamente questo, tutto quello che non è possibile trovare con i normali motori di ricerca. Lo usiamo tutti i giorni senza nemmeno rendercene conto.

Diverso è il Dark Web, una zona alla quale si può accedere solo attraverso meccanismi e tecnologie che creando una navigazione anonima permettono di raggiungere determinati contenuti. Per questo motivo sarebbe più appropriato parlare di tante DARK NET, piuttosto che di un solo Dark Web. Mentre il Deep Web è un’esperienza che in trasparenza proviamo ogni giorno, una Dark Net va cercata, bisogna volere entrare in una Dark Net e come ogni attività svolta nell’ombra ha finalità che possono essere le più svariate: vendita di droga, vendita di armi, virus informatici e in generale qualsiasi cosa di illegale vi venga in mente.

Ci si potrebbe chiedere come mai si permetta alle Dark Net di esistere e la risposta non è scontata. Da una parte senza dubbio sono risorse a disposizione della criminalità, del terrorismo; dall’altra sono una risorsa a disposizione di chi cerca canali “sicuri” per comunicare, come ad esempio i dissidenti politici nei regimi dittatoriali.

Inoltre, benché le connessioni anonime siano per lo più veicolate dalla rete TOR inventata dalla Marina Militare Americana (questo dovrebbe far riflettere sul concetto di anonimato in rete), il numero di apparati che compongono il Web è nell’ordine delle decine di miliardi e per ognuno di essi sono attive decine se non centinaia di connessioni, quindi diventa complicato, non impossibile, ma estremamente complicato svolgere una attività di controllo.

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